Già dall’ingresso si respirava un’aria diversa, la soglia demarcava un passaggio.
Lo scalone, il soppalco a ringhiera, le travi di ferro azzurre su un soffitto altissimo di legno, centinaia di locandine di concerti, suggestioni musicali in ogni dove, il palco, i murales di Dylan Dog e Jim Morrison.
Sul terrazzo due canestri, i tavolini, le sedie e le piante.
Una ludoteca con una sezione di antichi giochi in legno fatti fare da un artigiano di montagna.
Paolo, Barbara e Marco non hanno aperto un Centro di Aggregazione Giovanile, hanno creato un ecosistema.
L’Odissea era nella città, per la città con la città, era vivo, era vita. Poche e chiare regole, il rispetto sopra ogni altra cosa, interpretato innanzitutto dagli educatori. Ho avuto l’ occasione di crescere professionalmente dentro questo contesto e se oggi sono l’educatrice che sono lo devo in gran parte all’aver incontrato sul mio cammino la Libera Compagnia di Ari e Mestieri Sociali, che già dal nome mantiene la promessa di un lavoro fatto a regola d’arte, con compagni, nel sociale. Liberamente.
*Grazie*
Annalisa